Gli argomenti trattati durante il workshop sono però facilmente rivolgibili anche all'architettura residenziale, e non solo, focalizzando la mia attenzione sul tema, che cercherò di condividere con voi tramite questo post.
Gli argomenti trattati al workshop, hanno "rispolverato" alcune delle nozioni che già mi era capitato di trattare durante i corsi universitari, anche se certi argomenti, fondamentali nella progettazione, oggi vengono trascurati in sede didattica, perchè molti docenti sono troppo concentrati sulla resa estetica del progetto che gli studenti propongono, perdendo di vista "l'insieme", non valutando e non fornendo (e questo è grave) ai futuri progettisti fattori che sono invece fondamentali quando poi si esercita il mestiere: uno di questi fattori è l'ergonomia.
Gli uomini che ora stanno leggendo questo post, avranno probabilmente già sentito questo termine, applicato però all'abitacolo delle automobili, specialmente quelle di F1, dove l'ergonomia fà da pardona: gli abitacoli e i sedili delle automobili di formula uno, come quelli delle auto da rally sono studiati per "aderire" perfettamente alle dimensioni corporee del pilota che utilizzerà il mezzo, in poche parole sono studiati su misura esattamente come fa la sarta di fiducia mentre vi realizza la vostra nuova camicia.
Daniel Sordo, pilota WRC (World Rally Championship) prova il suo nuovo sedile, realizzato su misura |
Il termine Ergonomia deriva dal greco "ergo" (lavoro) e "nomos" (legge), "la legge del lavoro": l'ergonomia è la scienza che studia il benessere del soggetto in relazione al lavoro che sta facendo; benessere valutato in funzione della qualità dell'ambiente in cui il soggetto lavora e degli oggetti che utilizza. Allargando un po' la panoramica dell'argomento, l'ergonomia si pone quindi quale obbiettivo quello di individuare i parametri necessari per un corretto rapporto tra uomo e ambiente: sia esso il luogo di lavoro, la casa in cui vive, l'ospedale in cui è ricoverato.
Facciamo due esempi:
1) ambiente di lavoro: la cassiera al supermercato. Un'errata progettazione del sistema cassa (nastro, spazio buste, sedia, lettore, ecc), rapportato agli standard medi della persona che normalmente svolge quel lavoro (nel 90% dei casi ad esempio saranno donne e quasi tutte destre, le mancine potranno essere si e no un 10%) porterà l'addetta a ripetere per ore, ogni giorno, per anni, un movimento sbagliato nello spostare la merce che le recherà a distanza di anni seri problemi ai polsi e alle spalle [da quando ho ragionato su questa cosa, ho fatto più attenzione alle casse dei supermercati, per ora, su 10 visitati solo UNO aveva le casse progettate e posizionate nel modo corretto].
2) residenziale: le nostre case. Il discorso del movimento sbagliato, dovuto ad un'errata progettazione e ad un errato posizionamento degli arredi fissi nel posto di lavoro, che portato all'eccesso e ripetuto quotidianamente porta a dei danni fisici, può essere applicato anche all'ambiente residenziale, con effetti che in questo caso non porteranno in genere a delle disfunzioni fisiche, ma porteranno (al contrario di quello che dovrebbe essere) a un'insoddisfazione dei soggetti che usufruiscono di quell'ambiente. Mi spiego meglio facendovi un esempio sull'illuminazione degli ambienti: questo argomento lo conoscete sicuramente meglio perchè, a differenza dell'ergonomia,è stato negli ultimi anni oggetto di numerosi regolamenti atti a imporre ai progettisti e agli installatori degli standard minimi sui fattori che valutano la corretta illuminazione degli ambienti, pechè come è ormai noto, un ambiente male illuminato arrecherà un "fastidio" o meglio una sensazione di disagio agli utilizzatori di quell'ambiente. La stessa cosa succede con l'ergonomia, al punto che a livello europeo ed internazionale sono già stati emessi negli ultimi anni numerosi regolamenti su questo tema, che però non sono stati ancora "recepiti" dal sistema normativo italiano, al punto che l'unico testo che tratta - anche se marginalmente - il discorso dell'ergonomia, e solo per la parte applicata al lavoro, in Italia è il testo unico sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro (D.Lgs. nr. 81/08: il quale norma per esempio la corretta valutazione dei fattori ergonomici durante la movimentazione manuale dei carichi nei cantieri).
Per farvi un esempio: l'errata installazione dei pensili della vostra cucina (errore molto comune) vi creerà a lungo andare una sensazione di disagio, ogni qualvolta vi sentirete scomodi nel dovervi mettere in punta di piedi o nell'allungarvi per prendere il barattolo del sale, ogni qualvolta dovrete salire sulla sedia o inventarvi qualche numero da contorsionista con il cucchiaio di legno per prendere la scatola della pasta che puntualmente poi vi cade in testa.
Stessa cosa vale per l'errato posizionamento della specchiera nel bagno, dell'appendiabiti nell'ingresso, per quel bellissimo set di sedie che avete comprato per la cucina ed è tristemente finito nel ripostiglio perchè troppo scomodo, e così via.
L'ergonomia nella progettazione degli arredi è fondamentale; ed è altrettanto importante quando è ora di scegliere gli arredi e sistemarli negli ambienti.
Le stesse considerazioni vanno fatte in edilizia: l'ergonomia, in questo caso va vista nella concezione di progettare edifici ed ambienti A MISURA D'UOMO (o di bambino nel caso delle scuole, di malato nel caso degli ospedali, ecc.).
Troppo spesso, negli ultimi decenni, ci si è concentrati sulla qualità dell'edificio a livello estetico, energetico, in linea con i tempi, alla ricerca di nuovi materiali, e così via, perdendo di vista due concetti fondamentali:
- l'edificio che stiamo progettando deve poi risultare FUNZIONALE;
- gli ambienti che definiamo in fase di progettazione devono essere FRUIBILI dagli utilizzatori finali.
Tante, troppe, volte queste due "piccole" accortezze sono state dimenticate. Sono state dimenticate nell'ambito residenziale (pensiamo agli alloggi che sì, sono stati progettati rispettando le metrature minime richieste dal D.M. sanità del 05.07.1975, ma interpretando alla lettera il decreto, senza pensare che tra arredi e persone più che alloggi sembrano celle microscopiche di alveari ormai fatiscenti perchè fuori mercato), come nell'ambito ospedaliero (pensiamo a quegli ospedali con i corridoi così stretti per cui risulta difficoltoso far passare due barelle in sensi opposti, a quei bagni troppo piccoli nelle camere d'ospedale che non sono stati pensati in modo da dare la possibilità al malato di essere assistito quando si muove all'interno della toilette...) e così via.
A volte, è così semplice trovare soluzioni alternative che permettano una buona fruizione degli spazi che sembra quasi assurdo come non ne sia stato tenuto conto.. a volte "basta pensarci".
L'argomento è molto più ampio di quanto non vi abbia riassunto qui; ci sono concetti quali l'USABILITA' degli arredi e dei complementi di arredo, l'ergonomia antropologica, le tecniche di studio sul "fruitore medio", sui "soggetti limite" ecc... ci sarebbe da scrivere per pagine e pagine. In caso voleste approfondire, non esitate a contattarmi: valentinabianco.architetto@gmail.com
Vi lascio qualche link in caso voleste approfondire da soli l'argomento:
Al prossimo post!
Valentina